Il cerchio interpretato nella sua accezione di completezza e di “coincidentia oppositorum”, diventa la cifra pittorica delle recenti opere di Maria Pia Daidone.
Le ragioni di tale scelta tematica risiedono nella sensibilità e nella capacità di recepire le emozioni e di tradurle in linee pure e geometrie perfette, che racchiudono simbologie ed arcani misteri.
La circolarità, infatti, fra i suoi diversi significati, indica la somma della conoscenza, l’essenza stessa della vita che si tramanda, come in un processo alchemico, la mutazione che sfocia nella generazione.
I dipinti della Daidone sono resi dinamici dai segni circolari, impressi con forza, tracciati profondamente, come si trattasse di solchi, dai quali sprigiona l’energia vitale di sentimenti che si propagano.
Essi indicano come una semplice e immediata sensazione iniziale possa innescare un’eco emotiva, che scava, affiora, irrompe, dilaga. Inanellandosi i cerchi creano situazioni cromatiche suggestive, di forte impatto visivo, poiché contrastano con un cupo impasto di colori, che fa da sfondo e sul quale si staglia, invece, la forma della solarità, ereditata da antiche civiltà come allusiva del bene.
Il vortice della circolarità infatti ammalia e cattura lo sguardo fino ad un ipotetico epicentro, dal quale si irradia una forza magnetica, che reca in sé sprazzi di lirismo; come vuole la migliore tradizione pittorica astratta.
E la valenza evocativa e l’energia dirompente si affiancano per declinare un linguaggio pittorico segnico che si pone alla ricerca di altri “archetipi”.
Antonella Lippo