Nell’era degli indirizzi telematici, tra sospensioni della civiltà quotidiana, con gli episodi sconvolgenti dell’11 settembre 2001, e preveggenti sensibilità estreme degli artisti, presentate all’ultima “Biennale” di Venezia, si dimensiona il rapporto con l’euro e le opere di Maria Pia Daidone, tra fabulismi accorti ed incidenze icastiche, intendono sottolineare e raccogliere i respiri attuali del mondo ed il “sentiment” che l’attraversa.
Una parte del globo è stata offesa da chi cerca risultati eclatanti con regie terroristiche e l’11 settembre 2001 è cambiato l’assetto internazionale e non sappiamo prevedere quali sviluppi ci saranno.
Tra tensioni fortissime e scenari futuri inesplicati gli “Eurobirilli” di Maria Pia Daidone irrompono sulla scena dell’arte, con caratterizzazioni ironiche di commento sui nuovi corsi economici, e non solo.
Se l’economia salda o frattura globalizzazioni, l’arte si ravvede come portato critico di nuove situazioni.
Ogni birillo è un precipitato di singolarità e la sfilata prospettica ragguaglia diversità e contrasta omologazioni.
Con verso gentile e con cortesi dissensi gli “Eurobirilli” di Maria Pia Daidone raccolgono plurime emozioni del contesto odierno e precipitano una rassodata teoria di “testimonial” caustici, dissacranti, traditi, ameni e consumati, in fissità verticale.
I birilli in riga riassumono il mondo con le diversità su cui dovrebbe reggersi il profilo della vita.
I vari e diversi riporti figurativi considerano valori aggregati, che oggi, però, possono essere abbattuti da un imprevisto “strike”.
Napoli, 11 novembre 2001
Maurizio Vitiello